This could be a train trip. On 10 km, Darsena in our back, heading to Pavia, the urban landscapes follow one another along the Naviglio Pavese. Different milans introducing themselves to us. A tourist and attractive Milan, another more residential, commercial, yet another made of green ballad spaces or industrial wastelands.
Milano is diverse, hyperactive and fixed in time, attractive and decadent, modern and obsolescent.
This dichotomy, the Naviglio Pavese reciprocates it, it gives it a common character of a space where time flows more slowly and remains suspended : a space at once dynamic and outdated, a zone of dense transit yet desertic.
It could be a journey on a train, of those where we move passively, our gaze being carried by simple elements : a parenthesis.
Potrebbe essere un viaggio in treno. Dieci chilometri, la Darsena alle nostre spalle, direzione Pavia.
Lungo il Naviglio Pavese i paesaggi urbani si susseguono e diverse Milano si presentano a noi.
Una Milano turistica e attraente, un’altra più residenziale, commerciale, l’ennesima fatta di spazi, di passeggiate verdi ed aree industriali dismesse. Milano è diversa, sia iperattiva che congelata nel tempo. Moderna come decadente. Questa dicotomia, il Naviglio Pavese la incarna bene.
Gli conferisce un carattere comune, quello di uno spazio dove il tempo scorre più lentamente e rimane sospeso : uno spazio che è allo stesso tempo dinamico e desueto, una zona di transito densa ma deserta.
Potrebbe essere un viaggio in treno, di quelli trascorsi passivamente, dove i nostri occhi si lasciano trascinare da elementi semplici: una parentesi.